Sul fascino del telefono, i limiti dei messaggi/ni e la ricerca della effettiva comunicazione

DiLuigi Barone

Sul fascino del telefono, i limiti dei messaggi/ni e la ricerca della effettiva comunicazione

Continuano ad arrivarmi e-mail con richieste di traduzioni o di servizi di interpretariato, redatte di solito in brevi frasi, preferibilmente piene di abbreviazioni.

E, sempre di più, la mia risposta è quella di sentirsi per telefono, al fine di chiarire importanti punti su una traduzione o un punto su cui messaggi o “messaggini” non si prestano ad essere usati, per far capire al richiedente o a me, il richiesto, di che cosa si sta parlando e che cosa si desidera avere.


Ad esempio, molti iniziano inviando le copie dei testi da tradurre fatte con fotografie in cui si vedono a volte anche le dita che tengono fermo un diploma o una procura, e poi trasformate in PDF di discutibile qualità con Camscanner. Questo può andar bene per farsi un’idea del lavoro/possibile incarico ma spesso finisce che io devo sempre rispondere all’invio di questo tipo di foto chiedendo imperativamente PDF “nativi” creati con un flatbed scanner e non con lo smartphone.

Qualcuno ascolta il mio consiglio, ma altri, ormai irrigiditi su “keyboard only” continuano ad usarlo con brevi risposte, e molto spesso vaghe.

È dovuto al fatto di essere millennial, e di considerare lo smartphone principalmente un pezzo di vetro colorato su cui digitare in continuazione anziché usarlo come telefono?

Forse sì, ma anche persone di età superiore a quella di questa categoria sembrano ormai essersi conformate a questo modo arido di comunicare.

Telefonata

Per fortuna, usando ripetute e-mail, la maggior parte dei clienti o potenziali clienti cede alle mie richieste ed ecco che arriva la telefonata. E alla fine della conversazione, alla mia domanda: “Secondo lei, in quante e-mail avremmo chiarito tutte queste cose?”, mi danno ragione sulla più immediata efficacia della telefonata, con un dialogo diretto.

Spesso la nostra figura viene vista come un passo fastidiosamente obbligato, e che costa spese e basta.

Riguardo a ciò, eh sì, il povero traduttore viene meno considerato rispetto ad altre figure professionali, ma senza il suo lavoro non si può comprare una casa, non si ottiene un mutuo, non si risolve una pratica di successione, non si effettua una procura verso l’estero, non si convalida un divorzio straniero in Italia. E molti altri importanti servizi.

Quindi…

… il traduttore, quando vi risponde, vi richiede informazioni congrue e importanti sul servizio che vi deve rendere, e non lo fa per capriccio, ma per far sì che la sua esperienza (non solo per la traduzione, ma anche per le procedure) venga usata a vostro favore.

Un invito a parlarsi per telefono, quindi, accettatelo, è nel vostro interesse! Non esitate voi stessi a contattare anche telefonicamente i traduttori e interpreti dell’NVI, saremo ben lieti di assistervi. 

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