Traduttori in primo piano: Carla Limatola

DiRedazione

Traduttori in primo piano: Carla Limatola

Incontra i nostri traduttori. Periodicamente mettiamo in primo piano uno dei nostri membri che ci racconta qualcosa di sé e del suo lavoro, per avere ancora di più un’idea di come sia la vita di un traduttore. Oggi scopriamo qualcosa di più su: Carla Limatola

Da quanto tempo lavori come traduttrice e lo fai a tempo pieno o part-time? E come sei entrata nel mondo della traduzione?

Lavoro come traduttrice da oltre 10 anni, dopo aver conseguito una laurea in traduzione e interpretariato all’università l’Orientale di Napoli. Ho scelto di lavorare part time per permettermi il lusso di scegliere soltanto le traduzioni che mi interessano. Tradurre è la mia passione, non voglio che diventi un bisogno! Così, ad esempio, ho scelto di non diventare traduttrice giurata, e non traduco testi giuridici. La mia specializzazione è più nell’ambito commerciale, testi tecnici, di marketing o comunicazione.

Durante gli studi ho avuto la fortuna di iniziare già a lavorare come traduttrice freelance. All’inizio lo facevo sporadicamente, non avevo incarichi fissi e lavoravo prevalentemente per agenzie. Poi, quando nel 2007 mi sono trasferita in Olanda, ho iniziato a lavorare sempre più spesso e sempre più con clienti diretti, e dopo 10 anni posso dire di avere finalmente dei clienti fissi. 

C’è stato un progetto o un cliente specifico che ti ha lasciato un ricordo speciale?

Beh, ci sono tanti ricordi legati a progetti di traduzioni. Ogni traduzione, ogni progetto, ogni cliente è diverso dall’altro. In questo senso mi ritengo molto fortunata a non avere mai dovuto affrontare il problema della noia! Sicuramente il progetto che ho seguito l’anno scorso è stato molto bello e mi ha lasciato bei ricordi. Su incarico di un cantiere navale olandese, ho curato l’intera campagna promozionale per l’Italia: dalla traduzione di testi per il sito web, alle newsletter, fino a partecipare al boat show di Cannes. Un progetto a 360 gradi che mi ha vista protagonista non solo dietro lo schermo di un computer ma anche attivamente sul campo.

Qual è la cosa più strana che ti sia mai capitata nella carriera di traduttrice/interprete?

Una volta per un programma televisivo ho tradotto un’intervista ad un pilota che raccontava di una tragedia aerea di cui era stato protagonista. Quando la produzione mi ha chiesto se volessi accettare l’incarico ho dovuto prendere un giorno di tempo per capire se lavorare a questa traduzione avrebbe in qualche modo influenzato la mia paura di volare. Fortunatamente è andato tutto bene, e l’intervista non solo è stata molto interessante, ma mi ha anche aiutata a superare alcune delle mie paure! Tradurre non è soltanto un lavoro, ma è anche e soprattutto un modo per ampliare le conoscenze del mondo che ci circonda.

Carla Limatola

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